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Elettronica: il ciclo virtuoso della lignina verso il transistor del futuro

Uno dei biopolimeri più abbondanti sulla Terra, prodotto dalle piante, ora smaltito in bioraffinerie a basso rendimento, potrebbe diventare un protagonista di primo piano dell’industria elettronica. Un materiale Green ed economico prodotto con gli scarti della lavorazione della cellulosa che potrebbe essere impiegato su scala industriale per la produzione di transistor senza sostanziali cambiamenti ai processi industriali in essere, ma con benefici notevoli per l’ambiente

Da rifiuto a risorsa. La lignina, principale prodotto di scarto dell’industria cartiera, potrebbe essere l’elemento propulsore di una significativa rivoluzione “green” nel campo dell’elettronica. Uno studio internazionale, guidato dal Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Università di Pisa ha dimostrato un suo possibile impiego nella produzione dei transistor integrati in dispostivi leggeri, flessibili e trasportabili, come tablet, cellulari, droni.

La lignina si presenta come materiale ecologico, economico e sostenibile. La nuova tipologia di transistor realizzati con questo materiale, avrebbe anche un impatto sull’ambiente. Infatti, se adottata, consentirebbe di non sprecare più le circa 80 milioni di tonnellate di lignina prodotte ogni anno e, attualmente, destinate ad essere bruciate in bioraffinerie con scarso rendimento.

In futuro, grazie alla prima ricerca scientifica in cui la lignina viene applicata come materiale attivo in un transistor, si potrà pensare ad una sua applicazione nell’elettronica del futuro. Senza che questo comporti modifiche agli attuali processi produttivi.

L’uso della lignina permette non solo di abbattere i costi di produzione, ma anche di ottenere dispositivi più sostenibili e meno impattanti per l’ambiente, ha spigato la responsabile del progetto dell’Università di Pisa, al momento però non ci sono reali usi di massa per questo polimero, anche se il mondo della ricerca sta cercando di valorizzarla come fonte di materie prime. Fino ad oggi i ricercatori si sono concentrati principalmente su un suo possibile utilizzo nella produzione di sostanze chimiche, di resine e di altri materiali potenzialmente utili per sostituire le plastiche derivanti dal petrolio. Il suo impiego nella produzione di transistor potrebbe essere, invece, la prima soluzione concreta ad uno spreco di risorse non più accettabile.

Dallo studio approfondito che il gruppo di ricercatori internazionali (Università di Pisa, Johannes Kepler Universität di Linz, Università degli Studi di Bari) ha condotto sulla struttura del polimero e sulle sue prestazioni all’interno del dispositivo, è emersa, peraltro, una relazione tra il processo di produzione della lignina e le sue performance. I ricercatori sono al lavoro proprio per definire dei processi di estrazione che permettano di ottenere lignina di più alta qualità, rendendo così maggiormente sostenibili, da un punto di vista ambientale, anche i processi di produzione della polpa di cellulosa da cui viene fabbricata la carta. Ancora una volta le Università italiane che operano nella ricerca applicata si rivelano foriere di risultati importanti che aprono scenari di interesse economico ma anche sociale inteso come qualità delle vita.