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Come investire nel 2024?

di Vincenzo Carrano

Siamo tutti bersaglio di pubblicità più o meno occulte e, anche il settore di cui mi occupo, quello degli investimenti finanziari, non viene risparmiato. Anzi, alcuni brand, alla faccia del GDPR che dovrebbe garantire la nostra privacy, ci mandano e-mail e messaggi molto netti su come dovremmo investire. Peccato che tutto ciò che sanno di noi è un numero di cellulare o un indirizzo di posta elettronica. Se aggiungiamo: gli sportellisti bancari che vendono prodotti a raffica – gli amici del Bar Sport al corrente di dritte segretissime – quelli che, dotati di ego ipertrofico, praticano il “faso tuto mi”; ecco che abbiamo definito circa l’ottanta per cento delle modalità messe in atto per investire. Possibile che, solo nel campo degli investimenti, non servano esperienza e professionalità? Possibile che non esistano modelli di pianificazione da applicare?
Scopriamolo insieme.

Vincenzo Carrano
Private Partner Allianz Bank F. A.

Era una notte buia e tempestosa e ombre furtive scivolavano lungo i muri. Di tanto in tanto qualcuna si infilava in un portone, in una camera da letto e, interferendo con i sogni del dormiente, sussurrava: “con 2500 € di azioni Capazon diventerai ricco in pochi mesi”.
Non essendo un’ombra, smentisco, e per chi vuole investire, propongo un breve excursus sui metodi da seguire per farlo con giudizio.
Ma quali sono i comportamenti più comuni che utilizziamo quando decidiamo di investire? Eccone una  breve compilation dei criteri più diffusi.

In primis ci sono le decisioni assunte seguendo le previsioni
Peccato che la finanza non sia una scienza propriamente esatta. Essendo fortemente influenzata dai comportamenti umani sembra più una rappresentazione teatrale, una sorta di forma d’arte. Un esempio recente? Oltre l’85% degli analisti aveva pronosticato che, nei primi mesi del 2023 gli USA sarebbero caduti in recessione. Due infallibili indicatori lo dimostravano: l’inversione della curva dei rendimenti, con i tassi a 2 anni più alti di quelli a 10 e le ricerche sul Google del termine “recessione” che avevano bruciato tutti i record.
Invece, nel 2023, l’economia USA è cresciuta del 2,5% e la disoccupazione è sotto il 4%.
Gli stessi economisti ora sono certi che nel 2024 ci sarà un “atterraggio morbido”.
Non è lecito sparare sulla Croce Rossa, e quindi non mi permetterò di deridere analisti ed economisti che si fanno in quattro per fornire report utili. Con indice minaccioso, accuso i mercati che, succubi dei comportamenti umani (ingordigia; paura; effetto gregge) frequentemente sorprendono tutti, anche i più titolati economisti e guru della finanza.
Il fatto è che, le previsioni sono stilate da tecnici qualificati, ma questo il futuro non lo sa!

Al secondo posto vanno collocate le decisioni assunte in base ai numeri
Spesso i risparmiatori scelgono in base ai Rendimenti Nominali (che sono solo promesse) e ai Risultati Passati che, al contrario della gallina vecchia, fanno addirittura un pessimo brodo.
Errori frequenti e comprensibili perché, in situazione di incertezza, il cervello umano, per uscire dallo stallo, cerca un ancoraggio o, se preferite, un santo a cui votarsi.
Al posto numero tre, troviamo un sano e cartesiano confronto dei costi.
Metodo ineccepibile ma a condizione che non sia l’unico e che si tratti di confronti ragionevoli. Confrontare le mele con le pere… non funziona. Inoltre, nessuno confronta il prezzo dell’uva con quello del vino, prima di comprare una buona bottiglia. E, allora, che senso ha confrontare i costi di negoziazione di un portafoglio di titoli in deposito, con quelli di un Fondo o di una Gestione Patrimoniale?

Per quelli più avanti scatta la modalità analisi rapporto Costi-Benefici. Per commentare questa modalità farò appello a una frase celeberrima.
Sulla scarna parete del disadorno studio alla Princeton University, appartenuto ad Abert Einstein, campeggiava un cartello che si narra fosse scritto di suo pugno.
Non tutto ciò che può essere contato conta e non tutto ciò che conta può essere contato
Uno dei suoi celebri aforismi che, tutt’oggi, risultano illuminanti.
In questa sede, indegnamente vi ricorro, per proiettare un po’ di luce sulla metaforica cerniera, che unisce le Cose (prodotti; servizi; prestazioni) al loro Valore per le persone.
Prima riflessione: I costi
Se tutto si potesse ridurre solo ad una questione di prezzo allora basterebbe un sito, basterebbe il più classico www.sescucio.it ad immagine e somiglianza di quello che ti aiuta a selezionare la Compagnia Giusta.
Con il classico senno di poi, anche per l’assicurazione auto che è obbligatoria e che si basa su condizioni standard, in caso di furto o di incidente, si scopre che il costo non era proprio l’unico criterio per valutare.
E chi invece dell’assicurazione deve scegliere l’auto da comprare?
Valuta solo il prezzo o, in relazione alle sue possibilità economiche, s’interessa soprattutto della solidità e delle dotazioni di sicurezza, visto che ci porta in giro il bene più caro, la sua vita e quella delle persone che ama?
Seconda riflessione: I valori
La cosa più importante è prendersi cura delle persone. Quindi prima di tutto fissiamo gli obiettivi, le necessità, le speranze e i sogni nel cassetto, in modo da poterli classificare e ordinare in scala gerarchica.
La regola maestra insegna: prima proteggere la principale fonte di reddito, anche per tutelare i componenti più deboli della famiglia; poi i progetti di vita, in ordine, da quelli più importanti a quelli più ludici.
Solo dopo aver mappato tutto questo ha senso parlare di soldi e del loro impiego: le risorse già disponibili e quelle da accumulare; il reddito in esubero o da integrare; il passaggio del patrimonio e dell’eventuale attività aziendale o professionale.
Alla fine, si selezionano gli strumenti idonei a realizzare ciascun obiettivo, in base a criteri temporali ed ottimizzando aspetti civilistici, finanziari e fiscali.
Se per un prodotto/servizio si dispone di più soluzioni, solo allora, si sceglie la migliore confrontando nell’ordine: affidabilità e solidità del fornitore; costi e storia pregressa.
Diversamente, col passar del tempo e il mutare degli eventi, si può scoprire di aver commesso degli errori che sarà poi difficile, ed a volte impossibile, rimediare.
Oggi, mettere in atto questa metodologia operativa, è ancora più importante perché viviamo un’epoca d’incertezza geopolitica con in corso due guerre e mezza (Ucraina; Palestina; Yemen), economica, ambientale e sociale, come non si vedeva da decenni.
Tutte queste vicende, tra l’altro, hanno violentemente impattato i mercati accentuandone l’ordinaria volatilità. Così, alla paura di perdere la salute, di perdere il lavoro, di trovarsi coinvolti in una guerra, si è aggiunta la paura di perdere i risparmi e il loro valore reale.
Sta a noi scegliere come navigare in questi mari: possiamo affidarci alla selezione di prodotti in base all’illusoria affidabilità dei numeri che ci indicano i Costi, i Tassi nominali ed i Risultati passati.
Oppure seguire le previsioni per cercare di indovinare i futuri saliscendi dei mercati.
Anche se non possiamo misurarli in numeri, una buona pratica ci suggerisce che è meglio partire dagli obiettivi, dalle cose che valgono per noi, come persone, come famiglia. Poi, per ciascun obiettivo, scegliere il prodotto-servizio più adatto a realizzarlo.
Attenzione alle tempistiche perché, investire i risparmi, non può essere un mordi e fuggi. Ponderare il rapporto rischio/rendimento e diversificare composizione (azioni-obbligazioni–materie prime-beni reali etc.), zone geografiche, valute e chi più ne più ne attui.
Investire è un mestiere complesso, ricordiamocelo.